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Asp Reggio, le Iene e le carogne

Se è vero che le “Iene” si nutrono di animali vivi, nel caso dell’ospedale di Locri si sono cibate di “carogne” come quei personaggi che consapevolmente e colpevolmente hanno fatto finta di non sapere. Non solo degrado ma tanto malaffare.

L’ospedale di Locri, così come la ex Asl n°8, rappresenta l’avamposto della cattiva gestione, della cattiva politica e della zona grigia della sanità calabrese.

Una situazione drammatica, come vedremo ben nota a tutti i livelli, dove lo Stato ha fallito.

L’ex Asl n°9, da cui dipende l’ospedale di Locri, viene sciolta per mafia la prima volta nel 1989; ad aprile 2006 il secondo scioglimento dopo 6 mesi dall’omicidio del vicepresidente del consiglio regionale Franco Fortugno. Fortugno era un medico dell’ospedale di Locri, così come lo era la moglie, Maria Grazia Laganà poi eletta parlamentare. Per capire cosa è accaduto bisogna tornare indietro, ai mesi successivi all’omicidio Fortugno. Lo scioglimento dell’Asl di Locri viene deciso dal ministro dell’Interno Giuliano Amato (viceministro Marco Minniti), dopo aver ricevuto dal prefetto di Reggio, Luigi De Sena, il risultato di una commissione d’accesso guidata dal prefetto Paola Basilone. Un dossier che appurò le ingerenze della criminalità organizzata nella gestione della sanità. Una relazione schiacciante: bilancio di 172 milioni, 1.700 dipendenti di cui 124 direttamente collegati con le cosche e 36 uccisi nel corso degli anni della guerra di mafia; Le forze dell’ordine contano 75 intimidazioni contro chi osava denunciare il malaffare.

Proviamo qui a dare risposta ad alcuni interrogativi che il giornalista delle Iene si è posto nei due servizi andati in onda su Italia 1.

La prima: Perché l’Asp di Reggio, da cui dipende l’ospedale di Locri, non ha il bilancio approvato dal 2013?

Anche un ragioniere sa che se un’azienda non riesce a quantificare i propri debiti difficilmente potrà chiudere il bilancio.

A cavallo del ponte del primo maggio del 2007, il consiglio regionale, con un blitz politico, approva una legge che accorpa le 11 Asl in cinque aziende provinciali.

La nuova Asp di Reggio accorpa l’ex Asl 10 di Palmi e l’Asl 11 di Reggio, mentre l’Asl 9 di Locri, essendo commissariata per mafia resta fuori, in attesa della bonifica antimafia.

Dopo qualche mese anche la neonata Asp di Reggio viene commissariata: il Consiglio dei ministri nomina il generale di corpo d’armata dei Carabinieri Massimo Cetola, commissario unico con poteri speciali. Dopo aver lasciato l’incarico nel 2010, a bocce ferme, in una intervista rilasciata a Claudio Cordova del Dispaccio.it (http://ildispaccio.it/dossier/3387-generale-cetola-politica-soffoca-e-rende-meno-efficiente-sanita-calabrese) Cetola racconta: “Il Banco di Napoli, fino al 2008 tesoriere dell’Asp, procedeva a pignoramenti anche quando la norma impediva di intaccare le risorse destinate al pagamento degli stipendi”. E poi “Oltre al tempo sarebbero serviti poteri maggiori, era necessario cambiare i dirigenti, ma quando ci abbiamo provato, abbiamo trovato l’opposizione del Giudice del Lavoro o del Tar.” Cetola descrive il clima che ha trovato: “Il personale che ricercava emolumenti maggiori rispetto agli stipendi, avvocati che avevano creato un business redditizio. La spesa farmaceutica più alta d’Italia.”

Nel 2012, presidente e commissario Giuseppe Scopelliti, si procede finalmente all’accorpamento e nasce l’Asp di Reggio dall’integrazione dell’Asl di Locri, Reggio e Palmi. Contestualmente viene nominata Rosanna Squillacioti Dg della nuova azienda, ma l’ex manager Renato Carullo, nominato anni prima dal precedente Governo Loiero, a distanza di anni, viene reintegrato dal Tribunale del Lavoro perché, di fatto, non era mai stato licenziato. Scopelliti, da Commissario, procede ad una nuova disposizione di accorpamento tra le diverse ex Asl e rinomina la Squillacioti, resiste pochi mesi lascia il posto a Francesco Sarica. Anche Sarica si dimette e dopo pochi mesi gli subentra Ermete Tripodi fino al 31 marzo 2015. Nuovo governo regionale e il neo presidente eletto Mario Oliverio nomina commissario Santo Gioffre, ginecologo, scrittore e autore di libri di successo.

Gioffré dura in carica pochi mesi, il M5S imbastisce una campagna mediatica perché quella nomina non poteva essere conferita a chi si era candiato in un comune che ricade nel territorio dell’Asp.

Gioffrè lascia dopo aver scoperchiato il sistema dei doppi pagamenti, sventato pagamenti per decine di milioni di euro a fornitori e finanziarie.

Fuori Gioffrè la giunta regionale decide di giocarsi un’ultima carta, Giacomino Brancati, dirigente del dipartimento Salute, esperienza ultra ventennale in sanità . Nel frattempo il commissario di governo Scura, arrivato in Calabria a marzo 2015, nomina un super consulente per pagare i debiti pregressi. Dura sei mesi, nonostante i 600 euro al giorno, si dimette.

 

 

Brancati prova a mettere ordine, propone l’approvazione del Bilancio del 2016. Quando decide di inviare a Locri dei funzionari per acquisire carte contabili, nella notte i locali dei magazzini di allagano. Qualcuno aveva rotto i sifoni dei lavandini e aperto i rubinetti. Scattano le denunce ma non ci sarà nessun colpevole.
Brancati, come anni prima Cetola, finisce presto nell’occhio del ciclone, attentati, intimidazioni, lettere anonime, sindaci e qualche politico locale si ribellano e chiedono le dimissioni. Il presidente Oliverio li accontenta e Brancati torna a casa, non prima di aver consegnato alla commissione d’indagine inviata dal Prefetto di Reggio un corposo dossier che conferma, se qualcuno aveva ancora dei dubbi, gli interessi e il malaffare che imperversa nell’Asp di Reggio.
Un ultimo appunto sul servizio dell’Iene.
Paragonare i costi e i posti letto dell’Asp con un’azienda ospedaliera è una bestemmia. L’Asp di Reggio costa 865 milioni di euro, sono solo stipendi, per medici, infermieri e amministrativi ammontano a 203 milioni; mentre l’acquisto di beni sanitari ammonta a 536 milioni a cui vanno aggiunti 84 milioni per l’acquisto di beni; 26 milioni per l’acquisto di servizi non sanitari. 5 milioni sono i costi per le manutenzioni. L’Asp gestisce 32 poliambulatori, 6 ospedali, di cui una parte con posti letto per acuti dismessi il personale in servizio.

1° servizio delle iene:

https://www.iene.mediaset.it/video/ospedali-incubo-malasanita-calabria-locri-ndrangheta_312480.shtml

2° servizio delle iene:

https://www.iene.mediaset.it/video/ospedali-incubo-calabria-ndrangheta-ministro-salute-giulia-grillo_316406.shtml

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