Le Case della Salute mai nate in Calabria e la lezione che viene dall’Emilia Romagna.
Il reportage nella Casa della Salute “Navile”, nella zona ovest di Bologna
Nel 2008 la Regione Calabria aveva programmato la costruzione di 12 “Case della Salute“, mettendo a disposizione risorse europee per 120 milioni di euro. Dopo 12 anni delle strutture nemmeno l’ombra. Nel frattempo nel 2010, con l’attuazione del Piano di Rientro, si era deciso di riconvertire almeno 12 dei 18 ospedali interessati da una diversa missione sanitaria. Nulla è stato fatto, la programmazione è rimasta sulla carta.
Le Case della Salute sono state osteggiate dalla burocrazia, dai medici di medicina generale calabresi, e da quel settore della sanità privata che lucra sull’assenza di un’adeguata organizzazione dei servizi pubblici territoriali.
LA POSIZIONE DEI MEDICI DI BASE DELLA CALABRIA
La posizione dei medici di medicina generale è chiara, come conferma una recente iniziativa del forum Controcorrente, a cui ho partecipato. Alla mia insistenza sulla necessità di riformare la governance della aziende sanitarie prevedendo almeno 14/16 Case della Salute, il segretario regionale della FMMG (Federazione medici di medicina generale) calabrese, Rosalbino Cerra obiettava che le Case della Salute “sono un modello fallimentare”. Qui il video
Il dottor Cerra, nel corso del dibattito, è stato smentito dal deputato Luca Rizzo Nervo, presente all’incontro, esponendo dati di successo della Regione Emilia Romagna . Qui trovate il video
Per capire come funziona una Casa della Salute sono andato a Bologna. Nel quartiere della Bolognina, dove sono ubicati i nuovi uffici del Comune, è nata la Casa della Salute “Navile”, programmata nel 2008, costata poco più di 20 milioni, è stata costruita in solo 3 anni dal 2015 al 2017 e nel 2018 è entrata in funzione. La Casa della Salute Navile, con 7 mila metri quadri di superficie, rappresenta il livello più avanzato dei servizi medicina territoriale in Italia. La Regione Emilia Romagna, dopo averne costruite già 120, si appresta a vararne altre 20 utilizzando le risorse dell’Unione europea per rilanciare la sanità italiana.
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