La diffusione, nei giorni scorsi, dei dati sui Livelli essenziali di assistenza (Lea) ha destato sconcerto perché la Calabria è posizionata all’ultimo posto di una graduatoria, al momento provvisoria per assenza di dati. In attesa che il ministero della Salute renda pubblica la Griglia Lea 2017” , ecco una prima anticipazione.
Questo è il trend della Calabria, dall’entrata in vigore del Piano di Rientro dal primo gennaio 2010.
Rispetto al 2016, nel 2017 il calo del punteggio non è dovuto al peggioramento della qualità dei servizi, ma al fatto che la Regione non ha trasmesso i dati. Quindi, per diversi settori, i servizi sono stati erogati ma non risultano al ministero perché, nonostante le richieste, non sono stati inviati nei tempi previsti dalle norme.
Nell’anno 2016 erano emerse delle criticità, confermate anche del 2017 a cui se ne aggiungono altre, sia nel settore della prevenzione che in quell’assistenza. In particolare nella prevenzione, ed in particolare nell’area screening per l’indicatore “Proporzione di persone che ha effettuato test di screening di primo livello, in un programma organizzato, per cervice uterina, mammella, colon retto, il target era 9 e il punteggio raggiunto della Calabria era solo 2). Una vicenda che va avanti dal 2012 e mai sanata. I motivi sono da addebitare alla malfunzionamento del software o, più probabile, alla scarsa preparazione degli addetti che gestiscono i programmi di screening. Da tempo di registra un braccio di ferro tra i responsabili del servizio di alcune Asp (Cosenza e Reggio in particolare) con il responsabile del Dipartimento Salute ai servizi informatici. Altra questione, inserita nel mandato dati ai commissari precedenti e attuali, è l’indicatore Percentuale di allevamenti controllati per Tubercolosi bovina che registra uno scostamento non accettabile rispetto ai valori di riferimento. Anche qui la giunta Loiero reclutò attraverso una selezione pubblica centinaia di veterinari e a distanza di anni non si comprende il servizio veterinario della Regione non funzioni. Il settore è stato commissariato dal governo ma non ha prodotto risultati positivi. E sui controlli persistono i problemi di tracciabilità dell’attività sugli alimenti e le piante che possono causare problemi alla salute umana
La Regione non ha fornito i dati sugli indirizzi di telemedicina ed è quindi inadempiente. Dove la Calabria risulta gravemente inadempiente nell’assistenza ai disabili e, in particolare, per le patologie tumorali. La Regione per l’anno 2016 è stata valutata adempiente con impegno ad incrementare l’offerta di cure palliative domiciliari e a rendere coerenti i dati dei flussi informativi nazionali con l’attività effettivamente svolta. Invece, anche nel 2017, il numero dei deceduti per causa di tumore assistiti dalla Rete di cure palliative a domicilio o in Hospice, sul numero di deceduti per causa di tumore dell’ultimo triennio disponibile sono solo l’8,97% ; il numero posti letto in Hospice su numero deceduti per causa di tumore sono 30 rispetto al valore dello standard pari a 75) e la variazione percentuale rispetto all’anno precedente del rapporto tra il numero annuo di giornate di cure palliative erogate a domicilio per malati a causa di tumore e il numero dei deceduti per causa di tumore dell’ultimo triennio disponibile addirittura ha un valore negativo. E ancora il numero di ricoveri in Hospice di malati con patologia oncologica, provenienti da ricovero ospedaliero o da domicilio non assistito (dalla Rete di cure palliative domiciliari), nei quali il periodo di ricovero è inferiore o uguale a 7 giorni/numero di ricoveri in Hospice di malati con patologia oncologica, sono ad un livello quasi sufficiente. Mentre nulla si sa sul consumo territoriale di farmaci oppioidi somministrato ai pazienti.
Altro indicatore inadempienza è Per il livello di assistenza distrettuale, le criticità sono relative agli indicatori posti per assistenza agli anziani ≥ 65 anni in strutture residenziali, posti equivalenti semiresidenziali in strutture che erogano assistenza ai disabili, posti in strutture semiresidenziali che erogano assistenza ai disabili.
Infine per l’assistenza ospedaliera, nel 2016, si registrava uno scostamento non accettabile rispetto ai valori di riferimento per gli indicatori Percentuale parti cesarei primari, già rilevata dal 2015 (28% contro 20%) e Percentuale di parti fortemente pre-termine avvenuti in punti nascita senza Terapia intensiva neonata (indice 7,1 contro 18 di riferimento); per quest’ultimo il punteggio di valutazione Ma il vero disastro è l’inadempienza fatta registrare nell’adempimento “Obblighi informativi”, cioè flussi dei dati, già presenti nel 2016 e disastrosi nel 2017
Vediamo nel dettaglio cosa non ha comunicato la Regione:
Chiarimento per i dati di bilancio trasmessi per alcune aziende sanitarie; non sono completi i dati sull’acquisto di dispositivi medici dell’Asp di Crotone e Catanzaro; mancano i dati completi sulla presa in carico dei pazienti in assistenza domiciliare; mancano i dati sugli accessi ai servizi sulla tossico dipendenze (Sert); La Regione non ha trasmesso la documentazione richiesta e relativa all’autocertificazione sulla completezza della rilevazione delle apparecchiature sanitarie presso le strutture pubbliche e private.
Un indicatore importante è sulle liste di attesa sui dati analizzati excpost del 2016. La Calabria è adempiente per le visite ortopediche; oculistiche; cardiologiche; Tac torace senza e con contrasto, Risonanze magnetiche, mammografie, ecografie ostetrico-ginecologiche, ecocolordoppler dei tronchi sovraortici. Riguardo invece le attività di ricovero, per la chirurgia del tumore alla Mammella i tempi di attesa sono migliori della media nazionale (21,2 giorni contro 27,4), mentre il il Tumore al Colon Retto i tempi sono di 27, 2 giorni contro i 22,8 di media nazionale. Nonostante i dati positivi sulle liste di attesa, per il Comitato, la Calabria risulta inadempiente perché la regole prevede che basta uno solo (!) degli indicatori insoddisfacente per inficiare tutti gli altri.
Riguardo la spesa farmaceutica, pur essendo calata di 4 punti percentuali quella convenzionata, è aumentata di tre punti quella ospedaliera, nel complesso la Calabria spende il 17,56% rispetto al 14,85% si risorse disponibili. Quindi è inadempiente. Ancora non è stato implementata al 100 percento la contabilità analitica e pertanto la Calabria risulta inadempiente. Altra inadempienza è per i dati degli accreditamenti delle strutture sanitarie e pubbliche e la riorganizzazione della rete laboratoristica.