Servizio idrico, 40 anni di buchi di bilancio
La questione del servizio idrico in Calabria sta diventando una vera e propria emergenza che rischia di mettere a repentaglio l’accesso all’acqua potabile alle generazioni future. I cambiamenti climatici da una parte, la vetustà delle infrastrutture, l’assenza di politiche di investimento, stanno diventando un mix micidiale su cui è giusto che il prossimo Governo regionale, contrariamente ai precedenti, ponga la massima attenzione.
In queste settimane l’attenzione mediatica è concentrata sulla Sorical che, però, rappresenta solo uno pezzo, seppure marginale però organizzato, del sistema idrica integrato.
Sorical si occupa del servizio di captazione e di adduzione, (porta l’acqua fino a serbatoi), mentre la gestione del servizio idrico urbano e la gestione degli acquedotti e della depurazione sono rimaste in capo ai singoli Comuni, creando un sistema misto che, alla prova dei fatti, si è dimostrato inefficiente sia sul piano gestionale che in termini di capacità di investimento, e non in linea con la normativa nazionale.
La legge 36 del 1994 (Legge Galli) e del 2006 (codice dell’Ambiente) impone una gestione industriale per tutto il servizio idrico integrato (captazione, distribuzione-gestione commerciale delle utenze, depurazione) in Calabria continuano ad essere i Comuni a gestire il servizio, nonostante leggi dello Stato (cd: Sblocca Italia) abbiano dichiarato decadute le gestioni economia il 31 dicembre 2014.
La Regione Calabria è stata già diffidata due volte dal ministero dell’Ambiente e rischia il commissariamento. Nonostante ciò Comuni e Regione non hanno completato il riordino.
E’ l’Autorità Idrica Calabrese (presidente Marcello Manna sindaco di Rende), parlamentino di 40 sindaci rappresentativo di tutti i Comuni calabresi che deve avviare la riforma, in due step: scelta della forma di gestione (Pubblica, Privata o Mista) e affidamento del servizio al gestore. La Regione parteciperà alla gestione solo con gli asset gestiti da Sorical fino al 2032, oppure trasformando Sorical in gestore, attraverso la pubblicizzazione (acquisizione delle quote azionarie dei privati 46,5 % del capitale).
In attesa che la Regione faccia uscire la società dal limbo e si attui la riorganizzazione del servizio idrico integrato secondo la legge 152/2006 (Codice dell’Ambiente), la Regione utilizza Sorical come “braccio operativo” per accelerare i progetti di ingegnerizzazione delle reti idriche comunali con un investimento di 68 milioni di euro in 60 Comuni.
Le tensioni finanziarie attuali
La società pur avendo sempre chiuso i bilanci in utile, registra gravi tensioni finanziarie a causa della modesta capacità di incasso dei crediti di esercizio, che subiscono gli effetti delle difficoltà finanziarie dei Comuni calabresi, ancora più amplificata dalla loro scarsa capacità di riscossione.
Sulle tariffe idriche dagli anni 80 si è consumato il più grande voto di scambio politico elettorale, al punto che ancora oggi la Regione vanta ancora 280 milioni di euro degli originari 450 dai Comuni per gli anni 1981-2003. Ciò ha causato la mancata approvazione del Bilancio della Regione per il 2020.
L’evasione in Calabria è di oltre il 60%, in alcune città sfiora il 90%. Solo in Calabria i Comuni gestiscono la riscossione, nel resto di Italia sono i gestori del servizio idrico integrato a farlo. Le gestioni in economiacomunali, sono tutte in perdita. Le tariffe dovrebbero coprire i costi ma non è cosi. Fino al 2015 le bollette emesse da tutti i Comuni calabresi erano pari a 156 milioni di euro l’anno, ma l’incasso è di 85/90 milioni mentre il costo del servizio idrico integrato (acqua e depurazione) per tutti i 404 comuni calabresi, si aggira sui 160 milioni di euro. Quindi i Comuni devono ricorrere a fondi di bilancio per coprire circa 60 milioni di euro l’anno. Spesso invece decidono di non pagare e la prima vittima di questo sistema sono le società che forniscono l’acqua (Sorical) e quelle della depurazione (negli anni quasi tutte fallite). Il meccanismo dal 2015 si è inceppato, la nuova normativa contabile degli enti pubblici impone l’armonizzazione dei Bilanci, cioè tutto ciò che non viene incassato non può essere speso negli esercizi successivi e finisce in un fondo (Fondo dubbia esigibilità) che rappresenta la “Spada di Damocle” per i sindaci calabresi.
Sorical, a partire dal 2012, è in liquidazione perché per anni non ha incassato circa 20 milioni di euro ad esercizio ed esaurita la capacità di crediti dalle banca la società non è stata in grado di pagare i fornitori, principalmente quelli che fornivano energia elettrica. Ne è conseguito il blocco degli investimenti da project financing. Dal 2013 la società è gestita da due liquidatori, uno nominato da parte pubblica ed uno dallaparte privata, e sta provvedendo a restituire gradualmente il debito assunto con il sistema bancario e i fornitori per gli investimenti fatti fino al 2011 (100 milioni di euro) e la copertura dei costi non incassati dai Comuni (60 milioni di euro). Nel 2014 è stato sottoscritto un accordo di ristrutturazione con i maggiori creditori della società e a luglio 2019 tale accordo è stato modificato proprio per l’impossibilità della società a rispettarlo.
La situazione di precarietà dovuta allo stato di liquidazione sta generando gravi problemi gestionali.
Sorical ha esaurito la capacità di accesso al credito, non è più in grado di anticipare costi per gestione delservizio idrico. A fronte di un fatturato di 80/90 milioni di euro, i Comuni riescono a coprire, in ritardo, circa il 70 % dei costi. Solo l’energia elettrica rappresenta il 50% dei costi operativi pari a 30 milioni di euro, altri 24milioni sono le spese gestionali tra manutenzionipersonale impegnando 350 addetti tra diretti e indotto.
Ad oggi Sorical vanta oltre 180 milioni di crediti, 10milioni di euro dal solo Comune di Cosenza che non paga le fatture dal 2015, 14 milioni di euro del consorzio dei comuni crotonesi Congesi, 13,5 milioni di euro dalla Multiservizi di Lamezia in concordato perché sull’orlo del fallimento. L’aumento dei dissesti finanziari dei Comuni ha trascinato anche la Sorical nella crisi finanziaria e si sta mettendo a repentaglio il servizio idrico per i prossimi anni. L’assenza di investimenti da oltre un decennio sta depauperando le infrastrutture orami prossime al collasso.
Cosa dire .. grazie a chi tiene desta l’attenzione su punti così sensibili del vivere civile e aggiungerei umano . Scuotere le coscienze di chi ha il potere i fare non è semplice perché oltre al potere di fare ci vuole la volontà …… Uomini e donne di buona volontà al governo della regione dove siete ??